La metropolitana milanese è un gioiello scintillante di una puntualità aliena. Gli indigeni aspettano educatamente quando i vagoni si aprono e l'affollamento è un traumatico ricordo delle trasferte urbane romane.
Camilla aggirandosi in tanta perfezione, si è intestardita nel voler assolutamente trvare difetti, inefficienze, stupidità del trasporto locale. Per giorni, nella tratta casa-lavoro e viceversa si è guardata intorno. Senza successo.
L'altro ieri, l'illuminazione.
Non esistoni gli splendidi cestini di metallo dove si possono prendere i giornali free press e dove poi possono essere rimessi una volta letti. Camilla vagava profondamente soddisfatta della sua scoperta con un numero di 24minuti in mano. Oramai rassegnata, a pochi metri dall'uscita ha visto un normale cestino della spazzatura appoggiato a una colonna e ci ha buttato dentro il giornale.
Ma il destino è un gatto sonnacchioso, che gioca con gli uomini che se fossero gomitoli di lana. Quando si sveglia li srotola e li impiglia. E il destino di Camilla era in agguato dietro la colonna: giallo e mezzo metro più in là, il raccoglitore di giornali la aspettava al varco con il suo colore stinto e un po' scrostato, che metallico rideva di lei.
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